Sentinelle VS Covid

La fisica non è mai stata il mio forte eppure, se c’è una cosa che m’è entrata in testa alle medie, è la legge di Lavoisier: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. 

È quello che ci siamo trovati a fare quest’estate. Quando a maggio ci siamo chiesti come portare avanti missione in oratorio da giugno in poi, è stato subito chiaro che le attività a cui eravamo abituati non erano minimamente contemplabili.

Ad esempio, come fare un campo estivo con camerate da 15 persone, spazzolini ovunque, e una tendenza a confondersi i vestiti tale che talvolta sembra di tornare a casa con la valigia di qualcun altro, alla luce del distanziamento sociale e della sanificazione? E che dire di pranzi e cene, stretti come sardine in un refettorio caciarone e pieno d’allegria, se c’è da far fronte a mascherine e distanziamento? O le palestre in cui dormivamo in pellegrinaggio: una distesa di sacchi a pelo così fitta che a volte l’arrivare al proprio era un allenamento di salto in lungo. Per non parlare di come trasportare 50 ragazzi ciascuno a un metro dall’altro, più che un pullman, sarebbe servita un’astronave. 

No, non era possibile svolgere quelle attività … o perlomeno, non nel modo in cui le avevamo sempre fatte. 

I tempi sono cambiati, d’improvviso è vero, ma se non potevamo fronteggiare l’onda del Coronavirus, occorreva allora prendere una tavola da surf e cavalcarla, cioè accompagnarla più che andarle contro e questo avrebbe significato … adattarsi, cambiare, almeno fino al ritorno della calma.

Così ogni équipe ha cercato di tirar fuori il meglio, aiutata dalla fantasia dello Spirito Santo. Quelle riportate di seguito sono alcune delle attività “trasformate” quest’estate:

  • Grest 2020 “Era Ora” e centro estivo “il Mondo intorno a noi”, scoprirete di più tra qualche pagina;

  • Ritiro della prima media al Parco della Trinità, di cui un loro animatore ci fa un breve resoconto:
    “E’stato bellissimo rivederli dopo mesi di incontri online, sembravano molto più alti. Abbiamo passato tutta la giornata immersi nella natura del boschetto, celebrando le lodi insieme a don Stefano e divertendoci in un gioco a squadre fino a pranzo. Una breve catechesi ci ha portato a riflettere sul tema del cambiamento, notando che Gesù per primo ha portato grandi scombussolamenti nella storia. Di questo abbiamo parlato anche nella condivisione, durante la quale i ragazzi ci hanno raccontato il loro punto di vista sulla situazione attuale con una semplicità che è stata da esempio per me: hanno la capacità di costruire la vita su qualsiasi terreno. Vivere questa giornata è stato un regalo grandissimo, dalla comunione che si respirava sembrava non ci fossimo mai persi di vista. Per via dell’emergenza non abbiamo potuto portarli al loro primo campo estivo, ma l’atmosfera è stata la stessa: intensa e gioiosa, anche se solo per un giorno. È per questi momenti che faccio l’animatore”.

  • Ritiro della seconda media a Pila, raccontano gli animatori: “Lì per lì sembrava che non ci ricordassimo più come si passi una giornata insieme, ci siamo sentiti improvvisamente bloccati, temevamo di sbagliare, eppure era tutto pronto e i bambini erano là ad attenderci. Lo Spirito Santo è venuto in nostro soccorso, ci ha aiutati a vivere quella che poi è stata una bella giornata condita di giochi, catechesi e adorazione, all’insegna dello stare insieme pur mantenendo sempre mascherine e distanze. È stato bello, soprattutto perché, una volta a casa, ciascuno di noi aveva capito che, Covid o no, il gruppo c’era ancora”;
  • Ritiri delle classi terza media e primo superiore all’Isola Polvese che, tra una caccia al tesoro avventurosa, catechesi e messa conclusiva, hanno riscoperto che la gioia e la comunione che ti dona un campo estivo può essere vissuta anche a pochi chilometri da casa;
  • Campo di servizio del secondo superiore, gruppo che ha voluto rimboccarsi le maniche e sistemare le sale sottostanti la Chiesina dell’Annunciazione, pulendole e imbiancandole.

 Francesca ci dice come sia nata quest’idea: “Non potendo fare l’ultimo campo, abbiamo pensato a un’alternativa: creare un posto unico in cui i ragazzi potessero sentirsi a casa e dove poter svolgere i nostri incontri. Abbiamo scartavetrato, stuccato, pitturato, anche se molta della vernice ce la siamo ritrovata addosso e per terra! Sono stati giorni semplici, faticosi, ma pieni di gioia, grazia e comunione.”

E i ragazzi, di cui Maria si fa portavoce, confermano: “Sono stati cinque giorni fantastici, tra una pennellata e l’altra abbiamo riso, scherzato e chiacchierato molto. Ognuno di noi è stato indispensabile per realizzare questo progetto … ancora da continuare!”

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